I COSTUMI DEL NOSTRO GRUPPO

I nostri costumi sono di altissima fedeltà

I MEMBRI DEL GRUPPO

Non solo arcieri ma varie figure compongono il nostro gruppo

ALFIERI
ARCIERI
CAVALIERI TEUTONICI
TAMBURINI
BALESTRIERI

L'Alfiere

Grado di milizia: chi porta la bandiera.

Nel medioevo l’alfiere aveva il compito di portare il vessillo in battaglia e proteggerlo ad ogni costo.

Gli alfieri erano impiegati tipicamente alla testa di un reparto di milizia, il loro vessillo identificava il reparto e poteva essere contraddistinto da lontano e quindi coordinato. L’alfiere con i movimenti del suo drappo poteva a sua volta segnalare e comunicare informazioni. All’alfiere si richiedevano capacità speciali quali particolare destrezza nell’uso delle armi, notevoli doti atletiche, di potenza fisica, d’astuzia e soprattutto coraggio in quanto scendeva in battaglia armato solo del suo vessillo che tipicamente in punta era dotato di una lama indispensabile per farsi spazio irrompendo, in prima linea, tra le fila nemiche. L’alfiere delineava con la sua bandiera il fronte di avanzata e la direzione, il suo operato era quindi indispensabile per i soldati che dovevano capire nonostante la polvere, la violenza dei combattimenti e le ferite quale era la direzione nella quale procedere. Al contrario, il compito degli avversari era proprio quello di eliminare vessillo per disperdere e mettere in difficoltà il nemico. Nel caso gli avversari avessero avuto la meglio, l’alfiere doveva essere in grado di scagliare il vessillo il più lontano possibile affinché non fosse “preso”… a costo della sua stessa vita!

Gli Arcieri

Gruppo arcieri Turris Maior.

Nel Medioevo, l’arciere era una figura cruciale sui campi di battaglia, specialmente quelli armati di arco lungo o balestra.

L’arciere aveva il compito principale di fornire supporto a distanza alle truppe di fanteria e cavalleria. Operavano solitamente in formazioni compatte e disciplinate, posizionandosi dietro le prime linee o su posizioni elevate. Il loro ruolo non era quello di combattere corpo a corpo, ma di indebolire e disorganizzare il nemico prima che raggiungesse le truppe alleate.

Gli arcieri dovevano possedere una straordinaria abilità e precisione nel tiro, oltre a una notevole forza fisica per tendere archi potenti per lunghi periodi. Erano addestrati a tirare in modo rapido e coordinato, spesso in “salve” di frecce che oscuravano il cielo.

L’obiettivo principale era quello di saturare un’area con un’alta densità di frecce per colpire il maggior numero possibile di nemici. Questo tipo di attacco era efficace contro le formazioni di fanteria pesantemente corazzata, che potevano essere rallentate o messe in difficoltà prima dello scontro diretto.

Cavalieri Teutonici

Ordine Teutonico di Santa Maria di Gerusalemme.

Nell’epoca delle crociate fu istituito anche l’Ordine monastico religioso dei Cavalieri Teutonici: molto verosimilmente nel 1190, a San Giovanni d’Acri. Come i Templari e i Giovanniti, anche essi si dedicarono all’assistenza dei pellegrini e alla difesa dei luoghi santi, impegnandosi in guerra contro i musulmani. Nati come “Fratres hospitalis Sanctae Mariae Theutonicorum Ierosolimitanorum”[1], essi mutuarono il loro nome dalla chiesa, con annesso uno ospizio, dedicata a Santa Maria, e situata a sud-est di Gerusalemme[2]: sito ove si stabilirono i pellegrini ed i cavalieri tedeschi giunti in Terrasanta al seguito degli imperatori Federico Barbarossa prima, ed Enrico VI dopo.
Il giovane Imperatore, pochi mesi dopo l’incoronazione a re di Sicilia, avvenuta a Palermo il 25 dicembre 1194, nel corso di una dieta tenutasi nella settimana santa del 1195 a Bari, si era infatti impegnato ad intraprendere una spedizione in Terra Santa, al fine di dimostrare al papa la propria affidabilità, a margine della “unio regni ad imperium” avvenuta in esito al matrimonio con Costanza d’Altavilla.
Si sarebbe trattato di una crociata quasi esclusivamente tedesca. Ma a pochi giorni dall’arrivo dei principale contingente militare ad Acri, il 22 settembre 1197, l’improvvisa morte di Enrico VI, avvenuta il 28 settembre, l’impresa, pur proseguendo fino alla primavera del 1198, perse la sua consistenza politica e religiosa.
Fra quei Crociati, in ogni caso, spiccava una confraternita ospedaliera tedesca accreditata presso il Papato: in Acri, essa si trasformò in un vero e proprio Ordine Religioso-Militare e nel 1198-1199 ottenne il riconoscimento ufficiale e la regola di Sant’Agostino con una Bolla di Innocenzo III.

I Tamburini

corso del Medioevo spesso accompagnavano gli annunci nelle piazze e il recapito di missive o di ordinanze alla popolazione. Erano inoltre utilizzati per accompagnare gli eserciti in battaglia: il suono rullante dei tamburi incuteva timore nei nemici e forza nelle milizie.

I Balestrieri

ll gruppo balestrieri sta’ affiancando da poco quello degli arcieri.

Esso è composto da quattro balestrieri, per il momento , armati di balestra manesca, munita di arco in legno, meccanismo di sgancio a piolo e caricamento a braccia, tipico del 1200.

In questo modo si riesce meglio a far toccar con mano, al pubblico che assiste alle nostre esibizioni, quello che era l ‘ uso di queste armi da getto nel 1200 sia in tempo di pace, allestendo scene di caccia, che in tempo di guerra, mostrando tecniche di tiro a seconda delle situazioni.

Ma ciò che più ci preme, è mostrare la differenza peculiare tra arco e balestra, ponendo queste due armi a confronto!

Ricordiamo che i balestrieri nel 1200 erano dei “fanti specialisti” come i “Pavesari”.

Pavesari” : fanti armati di scudi pavesi, oltre che di spada e alabarda, cioè dotati di grandi scudi che venivano allineati insieme, anche al fine di proteggere gli arcieri e i balestrieri coprendoli e riparandoli durante la loro fase di caricamento degli archi e balestre. Erano riuniti in “bandiere” , ognuna composta da 20 balestrieri ed erano comandati da un “connestabile”.

 

Erano così abbigliati:

Cappello d’arme, cuffia imbottita con o senza camaglio, “giubba d’arme” (farsetto di lino imbottito) e alla cintura oltre al porta-quadrelli potevano portare una spada corta, una basilarda o un falcione.